interviste/interviews
Intervista al sito canadese “Terra Incognita”, Primavera 2018
Puoi farci un riassunto della tua evoluzione musicale?
Ho iniziato a suonare la batteria attorno ai tredici anni, e ho preso lezioni presso una scuola di musica a Genova e poi da un maestro privato. Ascolto musica fin da quando ero bambino ma, sono stato attratto subito dalla musica progressive. In seguito ho iniziato a interessarmi ad altri generi, tra cui soprattutto il jazz e la musica sinfonica. Ho suonato in molti gruppi. Il primo è stato il gruppo dark prog Malombra. Nel 2007 ho formato insieme al tastierista Stefano Agnini, il bassista Gabriele Guidi Colombi e il cantante Alessio Calandriello, La Coscienza di Zeno, con i quali ho pubblicato tre album in studio e un live. Dal 1998 sono membro del gruppo Real Dream, una tribute band dedicata alla musica dei Genesis. Nel 2017 sono entrato negli Zaal, il progetto solista di stampo jazz rock del tastierista della Maschera di Cera Agostino Macor. Dagli anni Novanta a oggi ho collaborato a diversi progetti, tra cui La curva di Lesmo (band progressive di Stefano Agnini e Fabio Zuffanti), Hostsonaten, e Il cerchio medianico (progetto solista di Stefano Agnini). Ultimamente i Finisterre hanno ripreso la loro attività e sono tornato a suonare con loro: abbiamo suonato in qualche occasione dal vivo e, presto o tardi, vorremmo pubblicare un nuovo disco. Il mio strumento è la batteria, ma sono stato sempre interessato all’aspetto dell’arrangiamento e della composizione: per questo motivo ho iniziato a suonare il pianoforte e le tastiere e, prima con La Coscienza di Zeno, e in seguito in autonomia nel mio progetto solista, ho iniziato a scrivere musica. Nello stesso tempo ho cercato di approfondire la tecnica sulla batteria e da alcuni anni sto studiando batteria jazz, perché amo questo genere e credo che per un batterista possa aprire inaspettati orizzonti espressivi.
Qual è la tua fonte di ispirazione musicale?
Le mie fonti di ispirazione sono diverse. Mi piace molto il Rock Progressivo inglese e italiano degli anni Setaanta: Genesis, Camel, PFM sono stati i gruppi che mi hanno ispirato di più. Col tempo mi sono interessato sempre di più al jazz e alla fusion (Chick Corea, Herbie Hancock, Bill Evans). Un altro genere che amo particolarmente è la musica barocca (soprattutto Vivaldi) e i grandi compositori romantici come Schubert e Beethoven. Credo che, in forme diverse, tutti questi generi abbiano contribuito a definire il mio stile e il mio approccio alla composizione.
Io amo davvero il tuo album “Dalla Vita autentica”. Secondo me, Uno dei migliori dischi italiani del 2017, e la title track è un capolavoro! E’ un progetto al quale lavoravi da molto tempo?
Prima di tutto grazie! E’ sempre una grande soddisfazione sapere che la propria musica ha riscontri positivi tra il pubblico. Ho lavorato al disco nell’estate del 2016 e il lavoro di composizione, arrangiamento e registrazione è durato circa sei mesi. In questo periodo ho cercato di mettere insieme idee e frammenti di qualche anno prima e nuovi. Era da tempo che volevo pubblicare un disco solista, ma per svariati motivi non ero mai riuscito a realizzarlo. Il lavoro più difficile, ma anche più divertente, è stato mettere assieme le parti in un insieme organico, che avesse un senso e si sviluppasse in maniera armonica.
Soprattutto la title track contiene molte sezioni di archi. Una sorta di connubio musicale tra Prog e Musica Classica. E’ quello che vuoi ottenere?
Ho sempre pensato che alcuni strumenti classici (in particolare gli archi) siano particolarmente adatti a esprimere suggestioni musicali tipiche del prog (i chiaroscuri musicali, la successione di atmosfere differenti, drammatiche, solenni o più dolci e intimiste), anche facendoli convivere con suoni tipici del rock progressivo, come l’organo o il mellotron. Inoltre credo che, nonostante le oggettive difficoltà di registrare in studio certi strumenti, si percepisca il calore che riescono a sprigionare con il loro suono, a beneficio della resa sonora. Questo era il mio obiettivo e sono contento del risultato finale. Se dovessi ritornare in studio, forse farei qualche scelta diversa sul piano dell’arrangiamento e del missaggio, ma credo che sia una sensazione piuttosto comune, in particolare quando per la prima volta si affronta un lavoro così grande in modo completamente autonomo.
Il titolo “Dalla vita autentica” ha un significato speciale per te?
Ho pensato che il titolo rendesse bene il messaggio che volevo dare attraverso i testi e la musica. Da un lato, volevo esprimere me stesso in modo, appunto, autentico, diretto, senza finzioni. I testi del disco sono tutti, in modi diversi, autobiografici. Dall’altro lato, attraverso le parole ho voluto comunicare quelli che per me sono gli autentici valori della vita, tutto ciò che non è misurabile, quantificabile, visibile concretamente, ma che dà forma a quello che realmente siamo. Tanto i testi quanto le musiche seguono un percorso consequenziale e concettuale che ha al centro questo tema. Così, “Oltre domani” parla del bisogno di molte persone di erigere delle difese per nascondere la loro reale essenza. “Cinque giorni d’autunno” del coraggio di fare delle scelte che nessuno attorno a te condivide, “Cadi con me” è una riflessione, forse un po’ ardita, su un problema che mi sono sempre posto, ovvero sulla possibilità che un individuo faccia una scelta estrema, che da solo non farebbe (come entrare in una qualsiasi forma di dipendenza senza via d’uscita, o addirittura sacrificare la propria vita) solo perché questa scelta è stata compiuta dalla persona che ama. Mi sono chiesto se questa sia la forma più grande di amore che ci possa essere. “Fragile” vuole esprimere l’idea che abbandonarsi alla propria fragilità sia la sensazione più naturale e più autentica che si possa provare. Il brano parla di morte ma in termini positivi, di liberazione e rinascita. “Dalla vita autentica” parla infine della volontà di affrontare a viso aperto qualsiasi sfida, anche la più difficile, dandole un nome e senza nascondersi la realtà per la paura di soffrire. Io sono una persona riservata nella vita, parlo di me molto raramente, ma mi rendo conto che la musica stessa mi spinge a esprimere quello che provo, e quindi questa è la strada che voglio percorrere con la mia attività solista.
Quando parli dei Finisterre e dici: “Prima o poi vorremmo pubblicare un nuovo album”, ti riferisci a qualcosa di cui avete solo discusso? Oppure avete già iniziato a lavorare a nuove canzoni? Nel gruppo sono tutti d’accordo con quest’idea? Avete pianificato di fare nuovi concerti?
Con i Finisterre abbiamo ripreso a suonare dal vivo in qualche occasione. Qualche volta ci vediamo per suonare e scrivere nuovo materiale, e secondo il mio parere stanno emergendo idee molto interessanti. Siamo quindi tutti d’accordo con l’idea di tornare in studio per un nuovo album e, se ci sarà l’occasione, per suonare dal vivo. Purtroppo non riusciamo a vederci con regolarità, a causa degli impegni, musicali e non, di ognuno di noi ma, anche se con meno continuità rispetto al passato, continuiamo a vederci e suonare insieme, anche perché i rapporti tra noi sono ottimi e abbiamo davvero un’incredibile intesa a livello musicale.
Alcune canzoni del tuo album sarebbero perfettamente adatte in un disco della Coscienza di Zeno. Pensi al momento di proporre i tuoi brani agli altri componenti della band?
Nei tre album della Coscienza di Zeno, in varie occasioni, ho lavorato insieme agli altri membri del gruppo alla composizione e all’arrangiamento dei brani. In molti casi si è trattato di un lavoro collettivo, in cui ognuno di noi ha contribuito con il proprio stile e le proprie idee. Quindi penso che sia inevitabile che, anche nei lavori solistici di ognuno di noi, si possano ritrovare alcuni aspetti musicali che ricordano la musica della Coscienza di Zeno. Nei dischi precedenti ho proposto, in alcune occasioni, idee che mi sembravano adatte allo stile del gruppo: alcune sono presenti nei dischi precedenti, altre hanno invece trovato posto nel mio disco solista. Siamo un gruppo in cui sono presenti diversi compositori, ci sono quindi diverse sorgenti creative, ed è quindi giusto che sia il gruppo nella sua totalità a scegliere quelle che ritiene più opportune e più adatte per il discorso musicale che si vuole affrontare.
Penso che presto inizierete a lavorare a un nuovo disco della Coscienza di Zeno. Avete qualche idea riguardo alla direzione musicale che seguirete?
Il nuovo disco della Coscienza di Zeno è quasi pronto. Il lavoro di composizione e di arrangiamento è praticamente concluso. Credo che il disco sarà piuttosto simile ai precedenti per quanto riguarda lo stile, con la compresenza di parti più melodiche e di parti più complesse sul piano ritmico e strutturale. Per questo motivo credo che piacerà a chi ha apprezzato i nostri lavori precedenti. A maggio entreremo in studio e il disco dovrebbe uscire nell’autunno del 2018. Da novembre inizieremo a presentarlo dal vivo.
Per la copertina del tuo album hai scelto una foto di una raffineria. E’ un’immagine ironica, considerando il titolo dell’album?
Non si tratta di un’immagine ironica. So che può sembrare bizzarro, ma mi piacciono molto i paesaggi industriali e in genere i luoghi molto urbanizzati, dove si nota l’intervento dell’uomo sull’ambiente, e anche i palazzi popolari dei quartieri periferici, che in genere richiamano l’idea di abbandono e tristezza, ma all’interno dei quali mi piace immaginare la vita che trascorre nella sua quotidianità e nella sua autenticità, nonostante il grigiore all’esterno. Così ho scelto l’immagine della fabbrica illuminata in copertina, perché mi sembrava molto suggestiva e mi suggeriva l’idea del contrasto tra un ambiente artefatto dall’uomo, e la luce e la vita che si nascondono al suo interno. E’ l’idea di “vita”, di calore umano che mi piace immaginare anche nei luoghi e nei momenti che sembrano tanto distanti da questo concetto, e che percorre le storie narrate nei testi.
Interview with the canadian site "Terra Incognita", Spring 2018
Can you make a resume of your musical evolution?
I started playing drums around the age of thirteen, and I took lessons at a music school in Genoa and then a private teacher. I have been listening to music since I was a child but I was immediately attracted to progressive music. Later I became interested in other genres, especially jazz and symphonic music.
I have played in many bands. The first was the dark prog band Malombra, later I joined the Finisterre. In 2007 I trained with keyboardist Stefano Agnini, bassist Gabriele Guidi Colombi and singer Alessio Calandriello, La Coscienza di Zeno: with the band I released three studio albums and one live. Since 1998 I am a member of the band Real Dream, a tribute band dedicated to Genesis music. In 2017 I joined Zaal, the solo jazz-rock-style project of the keyboard player of “La maschera di cera” Agostino Macor. Since the nineties, I have collaborated on several projects, including “La curva di Lesmo” (progressive band by Stefano Agnini and Fabio Zuffanti), “Hostsonaten”, and “Il Cerchio Medianico” (solo project by Stefano Agnini). Lately Finisterre have resumed their activity and I came back to play with them: we played live on some occasion and, sooner or later, we would like to publish a new album.
My instrument is the drums, but I have always been interested in the aspect of the arrangement and composition: for this reason I started playing the piano and the keyboards and, first with La Coscienza di Zeno, and then autonomously in my solo project, I started writing music. At the same time I tried to deepen the technique on drums and for some years I've been studying jazz drums, because I love this genre and I think that for a drummer he can open unexpected expressive horizons
What's your musical source of inspiration?
My sources of inspiration are different. I love the English and Italian progressive of the seventies. Genesis, Camel, PFM were the groups that inspired me the most. Over time I became more and more interested in jazz and fusion (Chick Corea, Herbie Hancock, Bill Evans). Another genre that I particularly love is the Baroque music (especially Vivaldi) and the great romantic composers such as Schubert and Beethoven. I believe that, in different forms, all these genres have helped define my style and my approach to composition.
I really love your album "Dalla Vita autentica". One of the best italian of 2017 for me and the title piece it's a real masterpiece! It is a project that you work on since a long time?
First of all thank you! It is always a great satisfaction to know that your music has positive feedback among the public. I worked on the album in the summer of 2016 and the work of composition, arrangement and recording lasted about six months. In this period I tried to put together ideas and fragments of a few years before and new. It was a long time since I wanted to release a solo record, but for various reasons I had never been able to make it. The most difficult but also the most fun job was putting the parts together in an organic whole that made sense and developed harmoniously.
Especially for the title track who use a lot of string section. A kind of musical wedding of prog and classical . It is what you want to obtain?
I have always thought that some classical instruments (in particular the strings) are particularly suitable for expressing musical suggestions typical of the prog (the chiaroscuro music, the succession of different atmospheres, dramatic, solemn or sweeter and more intimate), also making them coexist with typical sounds of progressive rock, like the organ or the mellotron. I also believe that, despite the objective difficulties of recording certain instruments in the studio, one perceives the warmth that they are able to emit with their sound, to the benefit of the sound performance. This was my goal and I'm happy with the final result. If I had to go back to the studio, maybe I would make a few different choices about the arrangement and the mix, but I think it's a fairly common feeling, especially when it's the first time to tackle such a big job completely independently.
The title "Dalla vita autentica" have a special signification for you?
I thought the title ["From the authentic life" in English] made the message I wanted to give through lyrics and music. On the one hand, I wanted to express myself in an authentic, direct way, without fictions. The disc texts are all, in different ways, autobiographical. On the other hand, through words I wanted to communicate those that for me are the authentic values of life, everything that is not measurable, quantifiable, concretely visible, but which gives form to what we really are. Both the texts and the music follow a sequential and conceptual path that has this theme at the center. Thus, “Oltre domani” ["Beyond Tomorrow" in English] speaks of the need of many people to erect defenses to hide their real essence. “Cinque giorni d’autunno” ["Five days of autumn" in English] of the courage to make choices that no one around you shares, "Cadi con me" is a reflection, perhaps a little 'bold, on a problem that I have always posed, or on the possibility that an individual make an extreme choice, which alone would not do (such as entering into any form of dependence without way out, or even sacrificing one's life) just because this choice was made by the person he loves. I wondered if this is the greatest form of love that can be there. "Fragile" wants to express the idea that abandoning oneself to one's own fragility is the most natural and authentic feeling one can experience. The song speaks of death but in positive terms, of liberation and rebirth. The title track, "Dalla vita autentica" speaks finally of the will to face openly any challenge, even the most difficult, giving it a name and without hiding reality for fear of suffering.
I am a private person in life, I talk about myself very rarely, but I realize that music itself pushes me to express what I feel, and so this is the path I want to travel with my solo activity.
When you talk about Finisterre and say: "sooner or later we would like to publish a new album", it is something that at this moment you just discuss between you or did you start working on new songs? Everybody in the band are is with this idea? Did you plan to present more shows?
With Finisterre we resumed playing live on some occasions. Sometimes we meet to play and write new material, and in my opinion very interesting ideas are emerging, so we all agree with the idea of going back to the studio for a new album and, if there is an opportunity, to play live. Unfortunately we can not see each other regularly, because of the commitments, musical and otherwise, of each of us but, even if with less continuity than in the past, we continue to see each other and play together, also because the relationships between us are excellent and we have an incredible understanding on a musical level.
Some songs of your album would fit perfectly on a album of La Coscienza di Zeno. Did you think at one moment to propose your song to the other member of the band?
In the albums of La Coscienza di Zeno, on several occasions, I worked together with the other members of the group to the composition and arrangement of the songs. In many cases it was a collective work, in which each of us contributed with his own style and ideas. So I think it is inevitable that, even in the solo works of each of us, we can find some musical aspects that remind the music of the band. In previous albums I have proposed, on some occasions, ideas that seemed to fit the style of the group: some are present in previous albums, others have instead found a place in my solo record. We are a group in which there are several composers, so there are different creative sources, and it is therefore right that both the group as a whole to choose those that it considers most appropriate and more suitable for the musical discourse that you want to address.
I think that you will sooner start working on the new cd of La Coscienza di Zeno. Any ideas of the musical direction?
The new record of La Coscienza di Zeno is almost ready. The work of composition and arrangement is practically concluded. I think the record will be quite similar to the previous ones in terms of style, with the coexistence of more melodic parts and more complex parts on the rhythmic and structural level. For this reason I think it will please those who have appreciated our previous works. In May we will enter the studio and the album should come out in the fall of 2018. From November we will start to present it live.
For the cover of your album you choose a photo of what is look like a chemical factory or gas factory. Considering the title of the album It is ironical?
This is not an ironic image. I know it may seems bizarre, but I really like industrial landscapes and generally very urbanized places, where you notice the intervention of man on the environment, and also the popular buildings of the suburbs, which generally recall the idea of abandonment and sadness, but within which I like to imagine the life that passes in its daily life and its authenticity, despite the grayness outside.
So I chose the image of the factory illuminated on the cover, because it seemed very suggestive and represents the idea of the contrast between an environment artifact by man, and the light and life that are hidden within. It is the idea of "life", of human warmth that I like to imagine even in places and moments that seem so distant from this concept, and that runs through the stories narrated in the texts.
Intervista per il programma "Future Feature Show, di Nemo Dre, 12 Novembre 2021
Puoi per favore dirci un po' che tipo di musicista sei?
Ho iniziato a suonare la batteria intorno ai tredici anni. Ascolto musica da quando ero bambino ma sono stato subito attratto dal rock progressivo. Successivamente mi sono interessato ad altri generi, in particolare al jazz e alla musica sinfonica. Le mie fonti di ispirazione sono diverse. Amo il rock progressivo inglese e italiano degli anni Settanta. Genesis, e poi King Crimson, Yes, Camel, PFM sono stati i gruppi che mi hanno ispirato di più. Col tempo mi sono interessato sempre di più al jazz (in particolare alla scena jazz rock della seconda metà degli anni settanta: Allan Holdsworth, Gong con Pierre Moerlen, Bill Bruford, Brand X, Mahavishnu Orchestra, ecc..., ma anche i grandi maestri del passato, come Herbie Hancock , Bill Evans, Chick Corea). Un altro genere che amo particolarmente è la musica barocca del Settecento (soprattutto Vivaldi) e i grandi compositori romantici come Schubert e Beethoven. Credo che, in forme diverse, tutti questi generi abbiano contribuito a definire il mio stile e il mio approccio alla composizione.
Come è nato tutto questo e cosa hai fatto per le altre band?
Il mio strumento è la batteria, ma sono sempre stato interessato all'aspetto dell'arrangiamento e della composizione: per questo ho iniziato a suonare il pianoforte e le tastiere e, prima con La Coscienza di Zeno e Finisterre, e poi in autonomia nel mio progetto solista, ho iniziato a scrivere musica. Ad ogni modo, sono anche fortemente attratto dalle possibilità che emergono quando si mescolano diverse visioni e sensibilità musicali, ed è quello che succede nelle band. Negli album della Coscienza di Zeno, in più occasioni, ho collaborato con gli altri componenti del gruppo alla composizione e all'arrangiamento dei brani. In molti casi è stato un lavoro collettivo, in cui ognuno di noi ha contribuito con il proprio stile e le proprie idee. Quindi penso sia inevitabile che, anche nei lavori solisti di ognuno di noi, si possano trovare alcuni aspetti musicali (in termini di suoni, arrangiamenti, melodie) che ricordano la musica della band. Nei precedenti album ho proposto, in alcune occasioni, idee che sembravano adattarsi allo stile del gruppo: alcune sono presenti in album precedenti, altre hanno invece trovato posto nel mio disco solista. Siamo un gruppo in cui ci sono diversi compositori, quindi ci sono diverse fonti creative, ed è quindi giusto che sia il gruppo nel suo insieme scelga quelli che ritiene più opportuni e più adatti al discorso musicale che si vuole affrontare.
Di cosa parla il tuo album “Dalla vita autentica”?
Ho pensato che il titolo ("From the authentic life", in inglese) rendesse il messaggio che volevo dare attraverso testi e musica. Da un lato volevo esprimermi in modo autentico, diretto, senza finzioni. I testi del disco sono tutti, in modi diversi, autobiografici. Attraverso le parole invece ho voluto comunicare quelli che per me sono i valori autentici della vita, tutto ciò che non è misurabile, quantificabile, concretamente visibile, ma che dà forma a ciò che realmente siamo. Sia i testi che le musiche seguono un percorso sequenziale e concettuale che ha al centro questo tema. Sono una persona riservata nella vita, parlo di me molto raramente, ma mi rendo conto che la musica stessa mi spinge ad esprimere ciò che sento, e quindi questa è la strada che voglio percorrere con la mia attività da solista. Inoltre, ho sempre pensato che alcuni strumenti classici (in particolare gli archi) siano particolarmente adatti ad esprimere suggestioni musicali tipiche del prog (la musica chiaroscurale, il susseguirsi di atmosfere diverse, drammatiche, solenni o più dolci e intime), rendendo anche convivono con sonorità tipiche del rock progressivo, come l'organo o il mellotron. Credo inoltre che si percepisca il calore che riescono a sprigionare con il loro suono, a tutto vantaggio della resa sonora. Questo era il mio obiettivo e sono contento del risultato finale.
Interview for the program "Future Feature Show, by Nemo Dre, November, 12, 2021
Can you please tell us a little on what kind musician you are?
I started playing drums around the age of thirteen. I have been listening to music since I was a child but I was immediately attracted to progressive music. Later I became interested in other genres, especially jazz and symphonic music.
My sources of inspiration are different. I love the English and Italian progressive of the seventies. Genesis, and later Pink Floyd, Camel, PFM and Banco del Mutuo Soccorso were the groups that inspired me the most. Over time I became more and more interested in jazz (in particular the jazz rock scene of the second half of the seventies: Allan Holdsworth, Gong with Pierre Moerlen, Bill Bruford, Brand X, Mahavishnu Orchestra, etc ..., but also the great masters of the past, such as Herbie Hancock, Bill Evans, Chick Corea). Another genre that I particularly love is the eighteenth-century Baroque music (especially Vivaldi) and the great romantic composers such as Schubert and Beethoven. I believe that, in different forms, all these genres have helped define my style and my approach to composition.
How did this came about and what did you do for the other bands?
My instrument is the drums, but I have always been interested in the aspect of the arrangement and composition: for this reason I started playing the piano and the keyboards and, first with La Coscienza di Zeno and Finisterre, and then autonomously in my solo project, I started writing music.
Anyway, I’m also strongly attracted by the possibilities that arise when different musical visions and sensibilities are mixed, and that’s what happens in the bands.
In the albums of La Coscienza di Zeno, on several occasions, I worked together with the other members of the group to the composition and arrangement of the songs. In many cases it was a collective work, in which each of us contributed with his own style and ideas. So I think it is inevitable that, even in the solo works of each of us, we can find some musical aspects (in terms of sounds, arrangements, melodies) that remind the music of the band. In previous albums I have proposed, on some occasions, ideas that seemed to fit the style of the group: some are present in previous albums, others have instead found a place in my solo record. We are a group in which there are several composers, so there are different creative sources, and it is therefore right that both the group as a whole to choose those that it considers most appropriate and more suitable for the musical discourse that you want to address.
What is your album “Dalla vita autentica” about?
I thought the title ["From the authentic life" in English] made the message I wanted to give through lyrics and music. On the one hand, I wanted to express myself in an authentic, direct way, without fictions. The disc texts are all, in different ways, autobiographical. On the other hand, through words I wanted to communicate those that for me are the authentic values of life, everything that is not measurable, quantifiable, concretely visible, but which gives form to what we really are. Both the texts and the music follow a sequential and conceptual path that has this theme at the center.
I am a private person in life, I talk about myself very rarely, but I realize that music itself pushes me to express what I feel, and so this is the path I want to travel with my solo activity.
Furthermore, I have always thought that some classical instruments (in particular the strings) are particularly suitable for expressing musical suggestions typical of the prog (the chiaroscuro music, the succession of different atmospheres, dramatic, solemn or sweeter and more intimate), also making them coexist with typical sounds of progressive rock, like the organ or the mellotron. I also believe that one perceives the warmth that they are able to emit with their sound, to the benefit of the sound performance. This was my goal and I'm happy with the final result.
Intervista con Michel Bilodeau, Primavera 2022
Durante il lockdown hai lavorato al tuo secondo disco solista?
Sì, durante il lockdown ho scritto molto. Credo che il 2020 e il 2021, dal punto di vista compositivo, siano stati gli anni più intensi della mia carriera musicale, perché, come molti, sono stato costretto a rimanere molto tempo a casa e sono potuto entrare nella dimensione giusta per la scrittura. Ho scritto quasi tutti brani del mio secondo album solista, e alcuni brani per il prossimo disco de La Coscienza di Zeno e dei Finisterre. Inoltre ho approfittato per approfondire le mie conoscenze nell’utilizzo dei programmi per la produzione musicale, che mi ha sempre attratto molto. Ho poi portato avanti lo studio della batteria jazz, che avevo intrapreso nel 2019. Insomma, nonostante i problemi prodotti dalla pandemia, è stato un periodo molto produttivo e gratificante per la mia attività musicale.
Come procedi nella scrittura dei tuoi brani?
Nella scrittura mi lascio guidare molto dall’istinto. In genere, molti spunti per le melodie, le armonie, gli arrangiamenti e i testi arrivano nei momenti più impensati, e allora cerco di fissare le idee in un taccuino di appunti che porto sempre con me, oppure registrando la mia voce sullo smartphone. In seguito riprendo questi spunti e cerco di dargli forma sulla tastiera, simulando il suono dei vari strumenti, che si tratti di linee di piano, tastiere, basso o di altri strumenti: in questo un grande aiuto mi è offerto dal software Logic, che ormai uso da diversi anni. Quindi procedo con gli arrangiamenti e lavoro alla struttura del brano. Ma questi diversi ambiti non sono mai rigidamente sequenziali. Molto spesso, mentre sto lavorando sulla composizione, mi vengono in mente idee per l’arrangiamento e la struttura di quel brano, o viceversa; addirittura mi capita di passare improvvisamente da un brano a un altro, per poi ritornare al primo. Diciamo che è un procedimento non lineare, e molto raramente termino un brano e poi inizio da zero un altro brano. Credo che questo sia dovuto alla mia personalità, perché anche in altre attività spesso lavoro in questo modo.
Solo una precisazione: usi il software Logic Pro per la scrittura?
Sì, uso il software Logic Pro X. Mi piace molto e penso sia più semplice di Protools, il che è complicato per me, che non sono molto bravo con il computer, mentre Stefano preferisce Protools. Ma prima o poi lo convertirò!
In "Dalla vita autentica" ci sono molti ospiti: pensi che sarà lo stesso per il secondo album?
Credo di sì. Il secondo album contiene suggestioni differenti e, come per il primo album, in esso convivono momenti più lirici con momenti più ritmati, arrangiamenti di stampo sinfonico e suggestioni vicine al jazz rock. Per questo motivo, come ho detto sopra, mi avvarrò di diversi musicisti, con background, in alcuni casi, molto differenti.
Credo che chiamerò almeno un paio di amici della scena prog genovese, ma devo ancora parlarne con loro. Io lavoro nella scuola, e negli ultimi due anni ho avuto in classe un paio di ottimi musicisti di estrazione classica, che ho sentito suonare dal vivo, e mi hanno molto impressionato. così ho deciso di chiedere loro di suonare nel mio prossimo disco, e loro hanno accettato con piacere. Credo che per loro sarà stimolante fare un'esperienza in un genere per loro quasi sconosciuto. E credo che lo sarà anche per me.
Musicalmente il tuo prossimo album seguirà le orme del primo?
In buona parte sì. E’ un disco di Rock Progressivo, che però è influenzato dalla musica sinfonica e, in parte, dal jazz-rock. Questi sono i generi che più mi hanno influenzato nella mia vita, e credo che sia naturale che certe influenze emergano nella scrittura. Conterrà qualche momento più energico rispetto al primo album, e probabilmente sarà maggiore lo spazio dato alla chitarra elettrica. In due o tre brani ho deciso di avvalermi dei fiati, perché ho pensato che il loro suono si adattasse alla partitura di quegli specifici brani. Le parti cantate saranno in italiano, come nel primo album. La copertina sarà invece completamente differente, ma per ora preferisco non rivelare nulla!
Ci sarà prossimamente un nuovo album dei Finisterre?
Sì! Abbiamo già del materiale e dobbiamo trovare il tempo per incontrarci e lavorarci. Generalmente quando ci incontriamo alcuni di noi portano delle idee e partiamo da questo per sviluppare una canzone, non sapendo esattamente quale direzione prenderà, dato che abbiamo gusti e preferenze molto diverse. E questo è ciò che rende attraente la composizione e l'arrangiamento del lavoro all'interno del gruppo. È strano ma quando suoniamo insieme i nostri diversi background si uniscono e creano un suono unico e particolare. È molto gratificante e musicalmente possiamo dire che siamo fatti l'uno per l'altro. Negli ultimi tempi con il gruppo lavoriamo ai nuovi brani nella splendida casa in campagna di Stefano Marelli. Lì possiamo dedicarci alla musica senza distrazioni in un’atmosfera bucolica, tra alberi e animali domestici!
Come procede La Coscienza di Zeno nella scrittura? Ogni membro propone nuove canzoni e dopo le scegliete insieme?
Nella Coscienza di Zeno generalmente ognuno di noi porta uno o alcuni pezzi, e poi scegliamo insieme. Visto che spesso non ci vediamo per impegni vari, ognuno di noi porta un pezzo già sufficientemente definito e poi lavoriamo insieme per rifinire l'arrangiamento. Stefano spesso scrive i testi, sia per i suoi brani sia per i nostri.
Tanto con i Finisterre, quanto con La Coscienza di Zeno, una parte importante del lavoro si svolge in studio. Abbiamo la fortuna di lavorare con fonici che non hanno solo competenze tecniche, ma che ci forniscono spesso idee stimolanti per gli arrangiamenti e i suoni. Pensiamo che un fonico deve saper comprendere la musica che sta registrando e comprendere quali sono le potenzialità di un musicista. Questo secondo me è un fattore importante quando si lavora in studio.
Interview for Michel Bilodeau, Primavera 2022
During the two lockdown did you work on your second solo album?
Yes, I wrote a lot during the lockdown. I believe that 2020 and 2021, from a compositional point of view, were the most intense years of my musical career, because, like many, I was forced to stay at home for a long time and I was able to enter the right dimension for writing. I wrote almost all the songs for my second solo album, and some songs for the next album of La Coscienza by Zeno and Finisterre. I also took the opportunity to deepen my knowledge in the use of programs for music production, which has always attracted me a lot. I then continued the study of jazz drums, which I had undertaken in 2019. In short, despite the problems produced by the pandemic, it was a very productive and rewarding period for my musical activities.
How did you proceed for the writing of your songs?
In writing I let myself be guided a lot by instinct. Generally, many ideas for melodies, harmonies, arrangements and lyrics come at the most unexpected moments, and then I try to fix the ideas in a notebook that I always carry with me, or by recording my voice on my smartphone. Later I take up these ideas and try to give them shape on the keyboard, simulating the sound of the various instruments, whether it be piano lines, keyboards, bass or other instruments: in this, a great help is offered to me by the Logic software, which by now use for several years. Then I proceed with the arrangements and work on the structure of the piece. But these different areas are never rigidly sequential. Very often, while I'm working on the composition, ideas come to mind for the arrangement and structure of that piece, or vice versa; I even happen to suddenly switch from one piece to another, and then return to the first one. Let's say it's a non-linear process, and very rarely do I finish a piece and then start another piece from the start. I think this is due to my personality, because I often work this way in other activities as well.
Just a precision when you talk about Logic software: it is Apple Logic Pro X software?
Yes, I use the software Logic Pro X. I like it very well and I think it is easier than Protools, which is complicated for me, who am not very good with computer,
while Stefano prefers Protools. But sooner or later I will convert him!
You have a lot of guest for Dalla vita autentica did you think that it will be same for your second album?
I think so. The second album contains different suggestions and, as for the first album, more lyrical moments coexist with more rhythmic moments, symphonic arrangements and suggestions close to jazz rock. For this reason, as I said above, I will make use of different musicians, with very different backgrounds in some cases.
I think I'll call a couple of friends from the Genoese prog scene, but I still have to talk to them about it.
I work in the school, and for the past two years I have had a couple of very good classically trained musicians in class, who I have heard playing live, and they have impressed me very much. So I decided to ask them to play on my next record, and they gladly accepted. I think it will be stimulating for them to experience an almost unknown genre. And I think it will be for me too!
Musically your next album will be in the same vein than "Dalla vita autentica"?
For the most part, yes. It is a Progressive Rock album, which however is influenced by symphonic music and, in part, by jazz-rock. These are the genres that have influenced me the most in my life, and I think it is natural that certain influences emerge in writing. It will contain some more energetic moments than the first album, and probably more space will be given to the electric guitar. In two or three pieces I decided to use the winds, because I thought their sound suited the score of those specific pieces. The sung parts will be in Italian, as in the first album. The cover will be completely different, but for now I prefer not to reveal anything!
There will soon be a new Finisterre album?
Yes! We already have some material and we need to find time to meet and work on them. Generally when we meet some of us bring some ideas and we start from this to develop a song, not knowing exactly which direction it will take, since we have very different tastes and preferences. And this is what makes composing and arranging work within the group attractive. It's strange but when we play together our different backgrounds come together and create a unique and particular sound. It is very rewarding and musically we can say that we are made for each other!
Recently with the group we have been working on new songs in Stefano Marelli's splendid country house. There we can devote ourselves to music without distractions in a bucolic atmosphere, among trees and pets!
For CDZ how the band proceed in terms of writing? Each member propose new songs and after that you choose together?
In La Coscienza di Zeno generally each of us brings one or some pieces, and then we choose together. Since we often don't get to see each other due to various commitments, each of us brings a piece that is already sufficiently defined and then we work together to refine the arrangement. Stefano often writes the lyrics, both for his songs and for ours.
Both with the Finisterre and with La Coscienza di Zeno, an important part of the work takes place in the studio. We are lucky to work with engineers who not only have technical skills, but who often provide us with stimulating ideas for arrangements and sounds. We think that a sound engineer must be able to understand the music he is recording and understand what the potential of a musician is. This in my opinion is an important factor when working in the studio